get out scappa anteprima recensione

Get Out – Scappa – Anteprima e Recensione

Da Jason Blum, produttore della brillante serie thriller/horror La notte del giudizio (assieme a  Jordan Peele, Sean McKittrick e Ted Hamm) arriva il 18 maggio Scappa – Get Out, film thriller con alcuni interessanti spunti del genere horror che vede al centro della storia il giovane Chris (interpretato da Daniel Kaluuya).

Get Out – Scappa – Recensione e Anteprima

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Quest’ultimo è un ragazzo afroamericano, che ha una relazione da circa cinque mesi con la graziosa Rose (Allison Williams). Rose sembra decisamente innamorata di Chris, e visto che crede fermamente nella sua relazione interraziale ha organizzato un divertente weekend dai suoi genitori, affinché possano conoscere il suo boyfriend. Chris è leggermente innervosito ed imbarazzato della cosa, dal momento che Missy (Catherine Keener) e Dean Armitage (Bradley Whitford), rispettivamente madre e padre di Rose, non sanno ancora che l’innamorato di sua figlia è di colore. Non dovrebbe esserci alcun problema per questo piccolo dettaglio, visto che Rose afferma candidamente che i suoi “vecchi” sono assolutamente democratici e per niente razzisti.

Sarà, ma la faccenda a Chris proprio non riesce a renderlo calmo (ed ha sicuramente ragione, per come andranno le cose!). Arriva il fatidico giorno dell’incontro, e la situazione sembra essere quantomeno gestibile: Dean riempie di abbracci e di sorrisi Chris, e ripete spesso come un mantra che, se avesse potuto, avrebbe sicuramente votato ancora una volta per Obama.

Anche Missy sembra molto amichevole con lui. Ma l’atmosfera non sembra lo stesso essere molto accogliente per il fidanzato di Rose, anche perché lui risulta essere l’unico nero tra decine di amici dal colore della pelle bianca. Ma non è solo questo il problema: gli unici neri sono coloro che lavorano per Dean e Missy, una cameriera ed un giardiniere. Un quadretto che sembra essere quello tipico durante il periodo storico in cui i neri d’America venivano schiavizzati. Scappa – Get Out è un film d’atmosfera, che ha un ritmo volutamente lento mentre mostra i momenti imbarazzanti e fuori luogo, durante i quali Chris incrocia gli sguardi con i suoi “fratelli” intenti a lavorare al meglio all’interno della enorme casa in cui si trovano. La regia sottolinea il totale imbarazzo di Chris verso i genitori della sua amata; mentre il padre cela qualcosa di misterioso dietro i suoi melliflui sorrisi, Missy sembra più diretta, e non nasconde affatto la voglia di far perdere al giovane il brutto vizio del fumo. Missy, difatti, è una psicoterapeuta che opera soprattutto tramite l’ipnosi. La mente degli altri da plasmare è la sua specializzazione.

La cosa risulta terribilmente angosciante per il protagonista del film. Il lungometraggio dedica gran parte del tempo a mostrare Chris mentre studia i comportamenti di Dean e della moglie, nonché dei loro amici. Tutti appaiono strani, intenti a sottolineare in modo forzato come il colore della pelle diverso dal proprio sia una cosa di valore e non un concetto che faccia dividere gli esseri umani.

Tutto ha un senso per lo spettatore, una volta che si svelano i veri piani di coloro con cui Chris ha contatti. Oltre alla cameriera ed al giardinieri compare un altro ragazzo nero, ancora più strano degli altri.

Costui si accompagna ad una signora sulla cinquantina, bianca (neanche a dirlo), che lo investe di effusioni che sfociano spesso in ambito intimo. Il ragazzo di colore appare ancora più anomalo degli altri “colored”: parla poco e sembra più che un uomo una sorta di marionetta che dispensa sorrisi a denti stretti.

Il suo viso peraltro non sembra nuovo a Chris, dettaglio che farà sfociare tutta una nuova serie di eventi all’interno della sceneggiature che porteranno il fatidico “The End” con relativo colpo di scena. Scappa – Get Out è un film interessante, che sa angosciare al punto giusto lo spettatore con un’atmosfera strana, distorta e piena di misteri. Misteri che poi non saranno facili da decifrare e che non avranno, a dirla tutta, alcuna attinenza con il razzismo.

E’ proprio questa sceneggiatura particolare a rendere il film stimolante: mentre, di primo acchito, sembra un canovaccio adatto ad un giallo o, più che altro, ad un thriller ben congegnato, in verità Scappa – Get Out ha al suo interno un’anima cinematografica anche piuttosto horror e violenta.

E’ proprio la violenza quella che si esplica nell’ultima parte del film, quella che rende giustizia a tutti gli interrogativi che chiunque veda il film può farsi nella propria mente. Ma queste spiegazioni – sebbene siano chiare – avrebbero potuto essere maggiormente dettagliate ma, soprattutto, potevano avere una maggiore valenza all’interno  dei 104 minuti che il film prevede.

Proprio perché originali e coinvolgenti nella loro impressionante fantasia, queste imprevedibili rivelazioni dovevano occupare più spazio all’interno della discreta sceneggiatura. Così come è il film, sembra quasi che il regista Jordan Peele non abbia voluto premere sull’acceleratore che riporta su scritto “horror” e “fantascienza”.

Insomma, tutta la vicenda che coinvolge Chris in verità nasconde un cuore non solo fatto di sangue ed orrore, ma anche di fantascienza. Una fantascienza che non ha come protagonisti alieni e fucili al plasma, ma che riguarda tematiche, se vogliamo, ancora  più angosciose ed orribili. Dedicare almeno un’ora del lungometraggio a  Chris che girovaga per la casa ed è intento ad investigare sui comportamenti anomali delle persone che gli stanno attorno è stata forse un’idea non molto riuscita, anche perché ha reso il film un tantino lento in alcuni frangenti.

Quando, sul finale, tutto viene spiegato in maniera molto fantasiosa e riuscita, tramite un satirico filmato che vedrà direttamente il povero Chris, ci si aspetta che la tematica possa essere sviluppata in maniera ancora più dettagliata, magari con alcuni agganci al passato di queste persone così particolari.

Non è proprio così che accade, perché in questi quaranta minuti scarsi la telecamera ha un bel da farsi per mostrare Chris che cerca di uscire da questa situazione così “scomoda”, per usare un termine che ha un enorme valore ironico.

E allora è così che entra in scena il sangue e la violenza. Il liquido rosso a questo punto irradia lo schermo della telecamera.

Al sangue si accompagna la violenza di Chris, una violenza che forse nasconde tutti gli anni della supremazia bianca contro il popolo dei neri americani.

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