Personal Shopper – Recensione Film

Lavorare come personal shopper sembra essere una cosa abbastanza particolare; chi ha questa mansione deve scegliere vestiti ed altri accessori che verranno usati da una persona in particolare, affinché questa non perda tempo per comperarli.

Un personal shopper, munito di carta di credito del datore di lavoro, sceglie capi di vestiario, la loro foggia e, soprattutto, la marca di questi ultimi. Tutti i vestiti devono appartenere ad una linea nuova. Meglio se inedita, così il destinatario che li vestirà sarà il primo a farlo quando apparirà in pubblico oppure sulle pagine di una rivista platinata.

Kristen Stewart, nell’ultimo film che la vede protagonista, è proprio una personal shopper di nome Maureen. Lei deve scegliere i vestiti ideali per una star famosa in tutto il mondo di nome Kyra.

Personal Shopper

 

La quotidianità di Mareen è correre da un negozio all’altro, spesso in città diverse, per prendere capi e scegliere gioielli destinati alla capricciosa Kyra.

Un lavoro monotono, che in effetti non viene pagato nemmeno così tanto viste le infinite possibilità economiche della star per cui lavora.

Ma  il lavoro è sempre prezioso, e Maureen ormai conosce i gusti di Kyra perfettamente. Ha anche le chiavi di uno degli innumerevoli appartamenti che possiede, cosa molto comoda perché in questo caso può lasciare i capi direttamente nell’alloggio.

Ma Maureen, in verità, non è solo una personal shopper, ma anche una straordinaria medium. Lei riesce a captare i morti e spesso a comunicare con loro.

Non è facile che un trapassato possa bisbigliare alle sue orecchie, ma Maureen si augura di parlare con un morto in particolare di nome Lewis.

Quest’ultimo era suo fratello gemello, che ha lasciato questa terra alcuni anni fa. La giovane ragazza tenta da settimane di mettersi in contatto con lui, sostando giorno e notte, quando è libera dal lavoro, in quella che era la casa ove abitava.

I suoi tentativi sono infruttuosi: nessuna entità sembra darle un cenno di esistenza in questa dimensione, tantomeno l’amato Lewis.  E’ frustrante per lei essere conscia di avere delle capacità extrasensoriali ma non poterle sfruttare per comunicare con suo fratello.

Ma la pratica dei medium non è così semplice. Non è come comporre il numero di un telefono oppure scrivere un sms. Certe cose accadono spesso all’improvviso.

La monotonia delle giornate di Maureen si trascina stancamente, proprio come le ruote del suo motorino sulle consumate strade parigine, città dove in questo momento la ragazza ha deciso di vivere giorno dopo giorno.

Il suo ragazzo è molto lontano per lavoro, e l’unico mezzo di comunicazione è rappresentato da una disturbata video chat eseguibile tramite il programma Skype. Un po’ freddo come medium, visto che sono mesi che non si abbracciano.

Personal Shopper è un film che appare lento, quasi tedioso quando presenta la routine del personaggio interpretato da Kristen Stewart.

La Stewart appare in scena dimessa, con un look acqua e sapone, privo di trucco e con vistose occhiaie che incorniciano il suo sguardo. Lei nel film si veste con un maglione anonimo e dei jeans forse ancora più sbiaditi della sua vita attuale.

Quasi in controtendenza con la star per cui lavora, Maureen non vuole apparire; vuole essere quasi invisibile al prossimo, ma al contempo le piacerebbe essere presente con il mondo dei morti per parlare con Lewis.

Il film descrive fin troppo precisamente tutta la stanchezza di Maureen con la sua vita odierna, che sembra possa essere resa più eccitante solo tramite i misteriosi messaggi sullo smartphone di uno sconosciuto che ha la capacità di eccitare la giovane ragazza, anche in ambito sessuale.

E’ proprio questo strano personaggio che non figura davanti alla telecamera ad essere il deus ex machina che risveglia alcune pulsioni di Maureen, quelle pulsioni che si scatenano anche provando i carissimi vestiti di Kyra, cosa che non potrebbe affatto fare.

Kristen Stewart riesce a spogliarsi davanti alla telecamera mostrando un giovane corpo privo di malizia, soprattutto perché esente da generose curve.

Un corpo che appare quasi anonimo, ma non privo di quella sensualità acerba che contrasta con i capi firmati che possono essere usati solamente da una donna navigata. Proprio per questo la nuova, proibita, mise non sembra adornare la sua fisicità, ma solo renderla più elegante ma in modo superficiale.

Personal Shopper è un film che non ha una sceneggiatura precisa: il copione offre momenti di thriller e di genere horror, senza un preciso orientamento narrativo.

Anche il sangue appare davanti agli occhi di Maureen, ideale per svegliare il suo torpore vitale e far così comprendere in maniera più intelligente il dolore che l’ha segnata dopo la scomparsa del fratello.

Anche Lewis sembra far parte del cast, anche se assolutamente invisibile agli occhi dello spettatore. E’ proprio questo gioco di parti che vuole essere il leif motiv del film. Nessuno, all’interno della sceneggiatura, sembra avere un ruolo ed un carattere prestabilito, proprio come, in effetti, accade nella vita reale.

Il colpo di scena è previsto nel film. Un colpo di scena che però arriva in punta di piedi davanti agli occhi di chi gode del lungometraggio, perché tecnicamente privo di grossa originalità.

Proprio come il ritmo degli eventi descritti nel film, anche il colpevole sembra essere schiacciato dal peso della vita e dell’amore. E proprio per questo appare fragile ancora prima che reo.

Il film descrive come amore e morte siano due sentimenti fin troppo legati fra di loro, che spesso possono causare brutte azioni.

Brutte azioni che vengono compiute da coloro che sono vivi e quelli che sono morti. Più che associarli alla parola “morte”, sarebbe bene descrivere gli spiriti che all’occorrenza appaiono davanti agli occhi di Maureen come entità appartenenti solamente ad un altro mondo, completamente diverso da questo ma non meno appetibile.

Il regista fa trapelare chiaramente il concetto che vuole sottolineare come coloro che sono trapassati in un’altra dimensione, in verità, trovano spesso la pace. Una pace che non ha niente a che fare con quella che (crediamo) di conoscere in questa vita, perché assolutamente perfetta.

Ma una volta che Maureen riesce a scoprire questo concetto fondamentale, sarà un momento topico per lei, che le aprirà le porte di una sconfinata consapevolezza, soprattutto con il fratello Lewis, partito per un viaggio da cui non farà mai ritorno.

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