carlo olmo

La vera storia del filantropo Carlo Olmo sarà raccontata in una pellicola

Il suo nome all’anagrafe è Carlo Olmo, ma per tutti è Lupo Bianco. Di professione fa l’avvocato, ma per i suoi concittadini vercellesi è l’uomo buono che interviene nelle situazioni di difficoltà e che quest’anno, in piena pandemia, è sceso in prima linea per aiutare medici ed infermieri.
Ora la vita  di Carlo Olmo diventa un film dal titolo “Lupo Bianco”. La sua storia ha affascinato Diego Cammilleri che ha deciso di realizzare un lungometraggio: la sceneggiatura è affidata a Stephanie Beatrice Genova; le musiche sono a cura di Serena Rubini, Marco Giva, Silvia Poy e Francesco Cilione; la regia è di Tony Gangitano.

carlo olmo

Il film non racconterà solo le ultime gesta di Lupo Bianco che a marzo, nel pieno dell’emergenza sanitaria, grazie ai suoi ottimi rapporti con la comunità cinese in Italia è riuscito a recuperare e donare 160 mila tra mascherine e dispositivi di protezioni individuale che ha poi distribuito gratuitamente alla popolazione, ai medici e agli infermieri in servizio negli ospedali e nelle case di riposo del territorio, ai medici di medicina generale e parte del carico è stata donata anche ad alcuni ospedali della Liguria e della Lombardia in quel momento in grande affanno.

Un dono prezioso e totalmente pagato dal benefattore piemontese che, grazie alla sua generosità, ha avuto un ruolo fondamentale nel contenimento del contagio a Vercelli e provincia. Per questo impegno Olmo è stato premiato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che gli ha conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica: un titolo che quest’anno è stato assegnato a una cinquantina di persone che si sono impegnate concretamente nella lotta contro il Coronavirus.

Ma questa è solo la parte finale della straordinaria vita di Carlo Olmo: un’esistenza contraddistinta dal dolore, ma anche dalla volontà di dare una mano alle persone che vivono un momento di difficoltà, non solo economica.
Una vita straordinaria, quasi una favola, che inizia però sotto il segno del dolore. Carlo viene abbandonato dai genitori naturali e vive in un orfanotrofio dove, purtroppo, è vittima di abusi sessuali. Un giorno, il volto di quel bambino triste, conquista il cuore di un noto avvocato di Vercelli che decide di adottarlo. Carlo inizia quindi una nuova vita fatta di agi, di amore, di attenzione e soprattutto di rispetto per la sua straordinaria sensibilità che fin da adolescente lo porta a incontri “straordinari”.

È ancora un ragazzo quando stringe amicizia con Jin, un aiuto cuoco in un ristorante cinese di Vercelli: Jin è un ragazzo molto lontano dalla cultura Occidentale dove sta crescendo Carlo. Eppure tra i due, quasi per magia, scoppia una profonda sintonia che fa scoprire all’adolescente quella sua innata attitudine verso il bene, verso le arti marziali e quelle filosofie orientali che insegnano la meditazione, il rispetto, l’aiuto al prossimo.

Un amore che proseguirà per tutta la vita, anche dopo la morte improvvisa di Jin e dopo quel terremoto psicologico e personale che sconvolgerà la vita di Carlo che, durante un processo, riesce a far assolvere il suo cliente scoprendo poi che non aveva difeso un innocente, ma il vero pedofilo. Un macigno nella vita di Carlo che a quel punto decide che è arrivato il momento di dare una svolta alla sua esistenza. Si trasferisce in Oriente, approfondisce gli studi; poi ritorna nella sua comunità arricchito e con la volontà di diventare strumento di bene e di utilità per i suoi concittadini.

Fare del bene: è questo il leit motiv di Carlo Olmo. Fare del bene per lo spirito attraverso la creazione a Vercelli dell’Accademia Shen Qi Kwoon Tai e di un tempio delle filosofie orientali dove spesso si reca a pregare; ma anche fare del bene per i bisogni concreti della popolazioni con la donazione di beni, nella promozione di raccolte fondi, nella trasformazione della sua “tana” del Lupo Bianco in un porto sicuro dove le persone in difficoltà possono trovare conforto e aiuto.

Carlo Olmo non è un uomo fuori dal tempo e dal mondo; tutt’altro è una persona perfettamente calata nella società e nei suoi bisogni, che si impegna concretamente per garantire aiuto e supporto facendo forza su quella rete di contatti, di amicizie e di conoscenze che in questi anni ha creato.

La sua storia non ha solo ispirato un film: l’intento è quello di fare del film uno strumento per diffondere la cultura del bene. “Lupo Bianco”, che sarà nelle sale cinematografiche nel 2021, ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione: il prossimo anno scolastico verrà proiettato anche nelle scuole italiane affinché la storia personale di Carlo Olmo sia modello per le nuove generazioni.

L’emergenza sanitaria ha rallentato la produzione: a gennaio 2021 a Vercelli si terranno i casting, poi al via le riprese tra Vercelli e provincia, Bergamo, Roma e Palermo.

La produzione esecutiva è stata affidata al noto produttore italiano Antonio Chiaramonte che quest’anno è stato premiato come miglior produttore internazionale a Venezia vincendo il premio Starlight International Awards Cinema battendo una concorrenza molto agguerrita come quella straniera.

Nel frattempo la produzione cerca comparse e attori . Per i provini si ricercano le parti di Carlo bambino ( età 6 e 8 anni) , di Carlo adolescente (14 anni) e un ragazzo di 13/15 anni che sappia recitare e praticare il kung fu e/o karate e infine comparse dai 18 ai 60 anni. Per candidarsi inviare un’email a castinglupobianco@outlook.it . Il casting sarà svolto nella citta di Vercelli per la metà di Gennaio 2021 e relativamente  alle migliaia di candidature già pervenute ,la stessa produzione  ha deciso di convocare tramite email coloro che saranno  selezionati  inviando un invito di partecipazione   per limitare,  a causa delle normative anti-covid  imposte, l’assembramento.

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