The Circle è un film basato sul romanzo best-seller Il Cerchio di Dave Eggers, che racconta di una fantomatica applicazione, chiamata TruYou, la quale raggruppa tutti gli account più importanti, da Amazon a Facebook, affinché possano essere gestiti a partire da una unica piattaforma.
La registrazione a quest’ultima necessita della vera identità di colui che voglia usufruirne, perché il nostro vero Io sia proprio quello che compare nella grande rete web.
Il creatore di TruYou, tale Ty (interpretato nel film da John Boyega, visto ultimamente in Star Wars: il risveglio della forza), dopo aver creato questa eccezionale applicazione, decide di fare un salto ancora più lungo nel mondo di internet e dei servizi ad esso collegati, pensando a The Circle.
Quest’ultimo appare come un vero e proprio ecosistema dove convogliano tutti i servizi più apprezzati ed usati dagli utenti in rete: pagare con la proprio carta di credito, chattare, video chiamare oppure postare delle foto, sono tutte azioni che verranno gestite attraverso The Circle.
La sceneggiatura del film è chiaramente rivolta al genere thriller/psicologico, con la protagonista, Mae (nelle vesti cinematografiche di Emma Watson) che ricoprirà un ruolo estremamente importante nell’enorme azienda gestita da Eamon Bailey (Tom Hanks).
Prima di entrare in questo mondo fatto di creativi e social media, Mae non se la passava molto bene. Costretta a lavorare con un contratto precario in una società di assicurazioni che non le garantiva nemmeno la copertura sanitaria, Mae doveva lottare quotidianamente per tirare avanti, in una situazione familiare complessa.
Suo padre è malato da anni di sclerosi multipla, e le cure che gli servono sono sempre più costose. Ma un giorno la sua cara amica Annie (nei panni di Karen Gillan) riesce, con una piccola raccomandazione, a fissare un colloquio nella splendida azienda in cui vi lavora da tempo.
Il colloquio di Mae è un successo e il posto è suo. Inizia la scalata lavorativa nell’azienda regina di internet, partendo dalla sezione customer care, dove si occuperà di gestire l’assistenza e le lamentele della clientela.
Ma Mae è una ragazza acuta, che conosce internet, ma soprattutto i metodi innovativi per sfruttare i social media nella maniera migliore.
Il soggiorno tra gli uffici di The Circle è strepitoso: i primi giorni volano grazie al lavoro che non manca ed alla voglia di visitare il posto; lavorare in questa azienda è come trovarsi dentro un enorme campus con all’interno di esso decine e decine di attività extra-lavorative che sono fatte per far ambientare chi vi lavora ma soprattutto stimolare la creatività generale.
Dentro i complessi di The Circle si possono organizzare feste, concerti, rendez vous e tanto altro. Il complesso è dotato anche di appartamenti che i dipendenti possono usare per dormire e vivere.
Un vero e proprio mondo dove la creatività non è un obbligo, ma una conseguenza degli stimoli che vengono recepiti dai fantasiosi eventi e dai colleghi che diventano presto amici.
Questi ultimi tendono a consigliare caldamente a tutti i dipendenti di partecipare a diverse riunioni organizzate dalla sede centrale. Addirittura, incredibile a dirsi, vi è una classifica online che mostra tutti coloro che hanno presenziato agli eventi, incentivando coloro che hanno pochi “punti” a darsi da fare per vivacizzare la loro vita sociale.
Mae dapprima è incredibilmente entusiasta di questo modus lavorandi, che presto si straformerà in un vero e proprio modus vivendi: dopo solo poche settimane dall’inizio di questo lavoro è difficile che lasci il complesso di The Circle, perché oltre al lavoro si aggiungono sempre tantissime occasioni per fare festa.
I suoi genitori la reclamano perché non basta loro parlare con la figlia sempre tramite lo schermo di un monitor oppure quello di un cellulare. Vorrebbero guardarla negli occhi dal vivo.
Anche Mae si rende conto che The Circle è diventato una prigione. Una prigione si d’oro, ma che sta letteralmente cancellando tutti i suoi contatti che aveva prima di accettare questa nuova esperienza.
Ma la ragazza è determinata a lasciare un segno nella sua vita lavorativa, e presto se ne accorgerà il fondatore di tutto questo impero virtuale. Eamon è un uomo giovanile, che organizza riunioni vivaci, con le sue performance che, oltre a mostrare i suoi nuovi progetti, sono impreziosite dal suo humour a tratti irresistibile.
Il film lo ritrae come una fusione tra Mark Zuckerberg (l’uomo dietro al progetto Facebook) e Steve Jobs, il famoso e compianto informatico ed imprenditore che rilanciò Apple con l’invenzione di Iphone.
E’ proprio l’ultima invenzione di Eamon a dare l’occasione a Mae di farsi notare. L’uomo lancia una nuova, minuscola e leggera, telecamera collegata ad internet tramite Wi-FI, che può permettere di trasmettere immagini e video in tutto il mondo.
Mae decide di indossare questa telecamera e di diventare quasi una protagonista femminile di un remake dell’indimenticabile Truman Show, solo in formato web. La sua vita e quella dei suoi familiari sono in rete tutto il giorno. Con questa sua idea inizia anche il declino della sua vita, a partire dal rapporto con la sua preziosa amica Annie.
The Circle è un film interessante, ma che arriva in ritardo riguardo le tematiche che affronta. Tutto quello che mostra il film, in modo ovviamente esagerato per dare un tono di drammaticità spesso obbligatoria per il medium cinematografico, sono avvenimenti che già rappresentano la realtà dei social media più famosi della grande rete.
Questo rende il film già vecchio e così privo di mordente, soprattutto per coloro che usano quotidianamente questi mezzi di espressione. Il messaggio intrinseco che il romanzo vuole veicolare al lettore è trasposto in maniera goffa attraverso la sceneggiatura del film.
Quest’ultima, a fronte delle quasi due ore di visione, dedica una larga fetta di film a descrivere la vita di Mae. Solo verso la parte finale del film, in modo frettoloso ed a tratti poco chiaro, le vicende di Mae porteranno a smascherare in qualche modo tutta la filosofia fittizia ed egoista con la quale il “guru” Eamon “Tom Hanks “ Bailey vuole ammaliare i suoi numerosi datori di lavoro.
Anche la trasformazione di alcuni personaggi del film è resa in modo sbrigativo, con voltafaccia che non riescono ad essere compresi dallo spettatore in modo chiaro.
Un peccato, perché se la sceneggiatura avesse spiegato certi concetti in modo più preciso, tutto il film ne avrebbe giovato in quanto ad appetibilità generale, soprattutto pensando che già il grande (e piccolo) schermo abbondano di produzioni simili sceneggiate in maniera migliore.
The Circle così come è appare un discreto ritratto cinematografico della complessità (e pericolosità) dei social media e soprattutto della filosofia che vuole abbandonare la privacy in nome della trasparenza sempre e ovunque, per non nascondere a nessuno le nostre esperienze personali che possano arricchire la mente e l’anima di qualcun altro.
A dispetto dell’unicità delle nostre relazioni e dei nostri affetti, a quanto pare.