All’età di 77 anni se ne va Bruno Ganz, uno dei volti noti del cinema tedesco. Muore a Zurigo, sua città natale, l’interprete, tra le altre pellicole, de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, di Pane e tulipani di Silvio Soldini e La Caduta di Oliver Hirschbiegel. Il coraggio e l’abilità di interpretare Adolf Hitler lo avevano reso noto ai più. A darne l’annuncio a Die Zeit il suo manager.
Di padre svizzero e madre italiana avevano ospitato i giornalisti di Vanity Fair per un’intervista esattamente un anno fa; e dopo averli fatti arrivare in albergo li fece entrare proprio nella sua stanza perché il bar era troppo rumoroso. Parlò delle sue ultime fatiche, preannunciando di non credere a karma e vite oltre la morte: Si tratta di un Sigmund Freud d’annata in Der Trafikant. E sul film di Hirschbiegel rispose all’intervistatore parlando delle orribili azioni dei nazisti di cui in Germania tutti hanno nei geni vicinanza d’azione; così continuava: “Chiunque, in Germania, ha avuto in famiglia qualcuno che ha parteggiato per i nazisti; non so se sarei stato in grado di oppormi ma credo di sì. Anche se quando si tratta di opporsi in prima persona siamo disposti ad arrivare ad azioni orribili”.
Coraggio, rischio e ipotesi interpretative sul suo conto; tanto da sentirsi calato appieno nel nuovo lavoro sullo psicanalista di Friburgo. Commentava, poi, nell’intervista di cui sopra le sue due ultime pellicole ultimate: The House That Jack Built di Lars Von Trier e Radegund di Terrence Malick. Sul primo delle due sue opere ultime riteneva di essersi divertito molto a far coppia con Von Trier, mentre con Malick seppur per un giorno sosteneva di aver lavorato anche fuori dal set per difenderlo dalle accuse di droga spesso paventate sul conto del regista.
Proseguiva l’intervista sul determinante ruolo dell’angelo in Cielo sopra Berlino: in tale occasione l’attore svelava come un giorno delle signore lo avessero avvicinato a Berlino e gli chiedessero di benedire i loro figli. Al noto rocalco locale spiegò, poi, l’incidente quasi mortale e il conseguente avvicinamento spirituale commentando “non ne sono sicuro, non è soltanto un modo di dire e non sono certo che Dio esista”. In seguito a quell’incidente decise di smettere di bere.
E infine i problemi di vista del figlio, sui quali nessun dottore ha mai saputo dargli un punto di vista e nessun grande luminare ha saputo risolvere.